Aggiornamenti da Parigi: italiani sulla giusta strada, ma non è ancora abbastanza
In concomitanza con le notizie di Costa Rica e Uruguay, annoverati tra i paesi meno inquinanti al mondo,…
10/12/201510/12/2015In concomitanza con le notizie di Costa Rica e Uruguay, annoverati tra i paesi meno inquinanti al mondo, alla COP21 di Parigi è stato presentato il rapporto annuale di Germanwatch, che calcola il CCPI (Climate Change Performance Index) dei primi paesi responsabili del 90% delle emissioni clima-impattanti del pianeta, che quest’anno sono 58. Il calcolo del CCPI si basa sui seguenti parametri: emissioni, sviluppo delle fonti rinnovabili, efficientamento energetico e politiche climatiche nazionali ed internazionali. Il suo calcolo permette quindi di stilare una classifica che indica quanto ciascun stato stia facendo di concreto per combattere i cambiamenti climatici.
La premessa è perentoria: le prime 3 posizioni non vengono assegnate in quanto nessuna nazione tra le 58 analizzate ha raggiunto una performance adeguata a mantenere al di sotto dei fatidici 2°C il riscaldamento mondiale entro il 2100. In ordine a scendere dal 4° al 10° posto troviamo quindi Danimarca, seguita da Regno Unito, Svezia, Belgio, Francia, Cipro e Marocco. L’Italia risale dal 16° al 11° posto, lasciandosi alle spalle la Germania, 22°, ed i ben peggiori India, 25°, Stati Uniti, 34°, e Cina ferma al 47°.
Dalla COP21 purtroppo pare si esca con l’ennesimo “bene, ma non è abbastanza”, in quanto se gli impegni presi dai paesi fossero rispettati, l’aumento delle temperature mondiali sarebbe in media di 2.7°C, con tutte le catastrofiche conseguenze che questo potrebbe portare con se. Il CAT (Climate Action Tracker), che si è occupato di revisionare e di sintetizzare i risultati degli impegni presentati dalle Nazioni partecipanti, afferma che un significativo impatto potrebbe già arrivare dallo stop all’uso del carbone per produrre elettricità.
Il dato “positivo” riguarda la crescita mondiale delle emissioni di CO2, che sembra subire un rallentamento. Si noti che non sono le emissioni a diminuire, ma la loro crescita. Già il fatto che le emissioni si stiano stabilizzando, smettendo di crescere, può essere visto come un primo passo importante per l’uomo. L’obiettivo dovrebbe essere iniziare a ridurle per davvero.