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Avocado: un pericolo per la sostenibilità ambientale?

Sempre più richiesto e sempre più in voga: l’avocado è diventato in pochi anni un alimento molto popolare,…

17/10/2024

17/10/2024Sempre più richiesto e sempre più in voga: l’avocado è diventato in pochi anni un alimento molto popolare, amato per la sua consistenza burrosa e il suo gusto delicato. Guacamole, poke, avocado toast sono solo alcune delle ricette che lo contengono e che hanno contribuito alla sua diffusione nel mondo e in Italia.

Definito da qualcuno anche come “frutto del benessere”, non manca di avere anche delle ombre, specie in relazione alla sua sostenibilità ambientale.

La coltivazione dell’avocado

Spesso si sente dire che l’avocado sia un frutto con un fabbisogno idrico particolarmente elevato: si stima che per la produzione di un kg di avocado siano necessari dai 600 ai 1000 litri di acqua.

Tuttavia, a ben vedere, non si tratta di un valore elevato in senso assoluto. Basta pensare che, in media, un kg di verdura richiede tra i 300 e i 400 litri di acqua, mentre con la frutta più comune si arriva ai 700-800 litri.

Il problema sta piuttosto nella produzione intensiva dell’avocado, causata da una richiesta aumentata esponenzialmente in pochi anni. Dal 2015 al 2022 (quindi in meno di dieci anni), il valore delle importazioni di avocado è aumentato di oltre il 300%.

Non solo: il principale esportatore di avocado nel mondo è il Messico, paese che soffre la carenza idrica e che, per sostenere la produzione di avocado, ha sacrificato buona parte delle risorse idriche locali. 

A ciò si aggiunge la deforestazione, causata dalla necessità di aumentare la produzione. Intere foreste vengono abbattute per far spazio a nuove piantagioni, con la conseguente alterazione degli ecosistemi e la perdità di biodiversità.

In ultimo, ma non per importanza, vi è anche il coinvolgimento sempre più massiccio della criminalità organizzata, interessata agli introiti dati dalla vendita di questo frutto. Ciò accade in Messico, ma anche in Cile e Colombia, dove la produzione di avocado rappresenta davvero una questione da non sottovalutare.

Impatti ambientali dell’avocado

In definitiva, la coltivazione dell’avocado in sé richiede sì tanta acqua, ma può essere comunque gestita in maniera sostenibile.

Le pratiche agricole utilizzate per la coltivazione dell’avocado però spesso non si preoccupano dell’ambiente, specie quando si verificano in paesi con livelli di povertà elevati (come quelli del Sud America, per l’appunto).

Qui la deforestazione è purtroppo una realtà. Negli ultimi dieci anni, in Messico si sono disboscati circa 100 mila ettari di foreste per far spazio a piantagioni di avocado. Per l’approvvigionamento idrico, invece, sono stati deviati fiumi e canali, con conseguenti modifiche al territorio e squilibri ambientali. 

Per assicurare una buona resa delle piantagioni si utilizzano spesso pesticidi e fertilizzanti chimici, che possono inquinare le falde acquifere e danneggiare la fauna selvatica.

C’è poi il trasporto: dal momento che gran parte dell’avocado in commercio a livello globale viene dal Messico (oltre il 45%), questo frutto viaggia per lunghe tratte, implicando l’emissione in atmosfera di consistenti volumi di CO2.

Non è dunque l’avocado il vero colpevole, ma le pratiche dannose con cui esso viene prodotto.

L’avocado può essere sostenibile

Le coltivazioni di avocado non sono tutte uguali e, se non vogliamo rinunciarci, è bene premiare quelle filiere che si impegnano per essere sostenibili e non arrecare danno all’ambiente.

In Italia, per esempio, la produzione di avocado è cresciuta soprattutto in Sicilia, dove le condizioni climatiche e il tipo di suolo garantiscono delle buone rese e frutti gustosi. Per le realtà italiane, tuttavia, è difficile competere con le concorrenti estere, spesso molto più a buon mercato.

Ecco perché è il consumatore a entrare in gioco. Consumare avocado si può ma senza eccessi, senza sprechi e con consapevolezza. Scegliere prodotti locali o comunque italiani è un primo passo per scoraggiare pratiche scorrette e dannose, contribuendo al benessere dell’ambiente e di noi stessi.

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