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Bollette 2017: cosa cambia da gennaio

Dal primo gennaio 2017 cambiano ancora le nostre bollette. Parte la seconda fase della Riforma del mercato elettrico…

12/01/2017

12/01/2017Dal primo gennaio 2017 cambiano ancora le nostre bollette. Parte la seconda fase della Riforma del mercato elettrico introdotta dall’Autorità per l’energia nel dicembre 2015 che interesserà i 30 milioni di utenti elettrici domestici italiani.

La Riforma infatti, resa necessaria dalla Direttiva europea 2012/27/UE sull’efficienza energetica e recepita in Italia con D.Lgs. 102/14, ha previsto due step di cambiamento: uno che è iniziato il primo gennaio 2016 e nel quale è stata introdotta la bolletta 2.0 con l’obiettivo di renderne più semplice la lettura; il secondo step, quello che è partito lo scorso primo gennaio 2017, ha tra le principali novità l’abolizione della tariffa progressiva.

L’obiettivo ultimo della Riforma sarà quello di arrivare il 1 luglio 2018 alla completa liberalizzazione del mercato elettrico con la definitiva cessazione del mercato di maggior tutela e l’abbandono della cosiddetta “struttura progressiva” della bolletta (che prima della riforma prevedeva prezzi crescenti relativamente alle tariffe per il trasporto dell’energia, alla gestione del contatore e per gli oneri di sistema per ogni singolo chilowattora al crescere dei consumi).

Ma vediamo nel dettaglio le novità introdotte a partire da questo primo mese dell’anno.

Novità 1. Abolizione della progressività

Partiamo dal principio. La struttura tariffaria progressiva risale ai primi anni ’70, in un momento di crisi petrolifera in cui si era molto lontani dall’attuale regime di vendita dell’energia elettrica liberalizzata e non vi erano ancora strumenti come l’attuale bonus sociale per la tutela delle famiglie in condizioni di difficoltà economiche. Quando venne introdotta, questa fu pensata per soddisfare l’esigenza di contenere la spesa per le utenze meno abbienti, determinare aumenti crescenti al crescere dei consumi e stimolare la razionalizzazione dei consumi stessi con conseguente eliminazione degli sprechi.

L’abolizione della progressività è figlia del recepimento di una direttiva europea che vuole uniformare questo trattamento tra i Paesi membri. Infatti, l’Italia risultava l’unico stato europeo (e uno dei pochissimi a livello mondiale) nel quale erano applicate tariffe progressive sugli oneri di generali di sistema e sui servizi di rete.

Secondo l’Europa e secondo il Legislatore, “la riforma della tariffa consentirà di liberare il potenziale di installazione di apparecchiature elettriche efficienti (come ad es. pompe di calore, auto elettriche o piastre a induzione), fino al 2015 frenate dagli eccessivi costi di utilizzo per la progressività della tariffa, consumi elettrici che potranno essere sostitutivi di quelli di altri vettori energetici (gas, gpl o altro), per loro natura molto meno rinnovabili, portando anche a un ulteriore possibile risparmio complessivo oltre che ad una riduzione dell’inquinamento nei centri urbani”.

Quindi dal 1 gennaio 2017 i costi della Quota energia, dei Servizi di Rete e degli oneri generali di Sistema, saranno pagati per contatore e potenza impiegata, anziché per chilowattora effettivamente consumati. L’effetto sarà che chi oggi consuma poco non avrà più la tariffazione ridotta per effetto della progressività, viceversa chi ha consumi importanti non pagherà queste componenti e oneri maggiorate.

Rimandiamo a questo articolo di Qualenergia per alcune simulazioni su come cambieranno i costi della bolletta a seconda dei consumi.

Novità 2. L’aumento della potenza impiegata potrà essere più graduale

Variano e si infittiscono gli scaglioni per poter richiedere l’aumento della potenza contrattualmente impegnata.

Come si legge sul Comunicato Stampa dell’Aeegsi sulla Riforma della Tariffa elettrica, per stimolare un utilizzo più attento e consapevole dell’energia impegnata dalle famiglie verranno introdotti livelli di potenza con un ‘passo’ più fitto rispetto all’attuale, in modo da aumentare la possibilità per il cliente di scegliere quello ottimale per le proprie esigenze.

Quindi sarà prevista una maggiore granularità: ad esempio, mentre oggi dai 3 si passa ai 4,5 kW, sarà possibile anche passare ai 3,5 kW oppure 4 kW e così via. Inoltre, in via “sperimentale” per il periodo transitorio 01/04/2017-31/03/2019, sarà abolito il costo fisso di 30€ e ci sarà una riduzione del 20% del contributo in quota potenza per gli aumenti fino ai 6 kW.

In conclusione…

Approfondendo questa Riforma viene da chiedersi il perché di un meccanismo che favorisce maggiori consumi a discapito del tanto ambito risparmio energetico, e la risposta è da ricercare nella speranza di un’inversione di tendenza verso comportamenti energetici più moderni che permettano davvero una transizione all’elettrico e a forniture di energia 100% green. Noi ce lo auguriamo!

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