Earth Hour 2016, spegnamo le luci per il pianeta
L’Earth Hour (“l’Ora della Terra”) è la grande mobilitazione globale organizzata dal WWF che quest’anno si tiene sabato…
17/03/201617/03/2016L’Earth Hour (“l’Ora della Terra”) è la grande mobilitazione globale organizzata dal WWF che quest’anno si tiene sabato 19 marzo alle ore 20.30. Partendo dal gesto simbolico di spegnere le luci per un’ora, l’Ora della Terra ha l’obiettivo di unire cittadini, istituzioni e imprese in una comune volontà di dare al mondo un futuro sostenibile e vincere la sfida del cambiamento climatico. ForGreen, partner e socio nello sviluppo delle cooperative WeForGreen, ha intervistato Mariagrazia Midulla, Responsabile del Programma Cambiamento Climatico ed Energia di WWF Italia per dare una visione completa del valore e del significato di questa manifestazione.
Dalla prima edizione del 2007 quando si è partiti dalla sola Sidney, che risultati sono stati raggiunti oggi?
“Il risultato maggiore raggiunto fino ad oggi è la crescita della consapevolezza nelle persone in merito al problema del cambiamento climatico, e ancora più importante è la consapevolezza presente nei cittadini di tutto il mondo della possibilità di “agire insieme” per arrestare i processi che degradano il nostro pianeta. Dal 2007 ci sono state centinaia di mobilitazioni a livello globale da parte della società civile per cercare di far valere la causa climatica e ambientale. Come ha detto Leonardo Di Caprio, ora è tempo che anche i governi e le pubbliche istituzioni si mobilitino, mettendo da parte la ricerca degli interessi particolari e interessandosi della salute di quel bene pubblico che sostiene la vita di tutti, il pianeta”.
“Insieme si può fare una grande differenza” è il leitmotif che WWF utilizza per raccontare questa manifestazione. Cosa possono fare le persone in questa importante ricorrenza per dare il loro contributo all’ambiente?
“Nel giorno dell’Earth Hour tutti possono partecipare con un gesto simbolico, quello di spegnere la luce di un monumento, nella propria azienda, nella propria comunità, a casa per un’ora. Anche se a livello mediatico colpiscono di più manifestazioni come lo spegnimento dei grandi monumenti, un piccolo gesto privato come quello di spegnere la luce di casa è altrettanto utile, non solo per l’ambiente ma anche per sé stessi, per prendere coscienza delle proprie abitudini energetiche e riflettere su come è possibile migliorarle. Inoltre durante l’Earth Hour vengono organizzati eventi, cene, incontri: l’Ora della terra può diventare un momento dedicato ad arricchire le relazioni umane, oppure un’ora dedicata ad una risorsa preziosa molto rara in quest’epoca, il silenzio”.
Quindi, dai piccoli gesti possiamo davvero intervenire su un tema così complesso come quello del cambiamento climatico…
“Speriamo che grazie ad eventi come l’Earth Hour la gente arrivi a capire che tenere accesa la luce quando non serve non migliora la nostra qualità di vita, mentre se tutti ci impegniamo ad utilizzare meglio le risorse energetiche con piccole azioni, se ne può trarre un grande vantaggio, sia ambientale che economico. Un altro tema legato al cambiamento climatico e in cui le persone possono agire quotidianamente per fare la differenza è quello della mobilità sostenibile: utilizzare la bicicletta invece che i propri mezzi privati può giovare in diversi modi alle persone, anche in termini di salute fisica. Oppure l’utilizzo sistematico dei mezzi pubblici è un’azione che può avere un impatto massiccio sulla vita delle città, sui livelli di inquinamento e anche sull’economia italiana: il settore dei mezzi pubblici sarà infatti uno dei grandi affari dei prossimi anni, e se sviluppato in maniera efficiente può portare delle grandi opportunità di sviluppo sostenibile al nostro paese”.
Cosa vi aspettate che resti nelle persone post manifestazione nel proprio quotidiano?
“Lo scopo di questa manifestazione è quello di generare sensibilità nelle persone riguardo ai temi ambientali, portarle a analizzare le proprie abitudini e capire quali piccole azioni quotidiane possono essere migliorate. Vorremmo che nel post-manifestazione le persone diventassero più esigenti con sé stesse per mettere in pratica delle azioni di rispetto per la propria vita e per quella del pianeta, che diventassero più coerenti nel loro modo di pensare e di agire. La coerenza nelle azioni è un elemento che deve essere sviluppato soprattutto dalle aziende e dai soggetti economici, per fare in modo che le scelte ambientali diventino un’opportunità di sviluppo concreta e non solo un modo di farsi pubblicità. Con l’Earth Hour vorremmo che le persone fossero risvegliate da un campanello di allarme che è suonato ormai da tempo, e che cogliessero questo richiamo per l’azione”.
Il WWF con “L’ora della terra” si rivolge alle istituzioni e a tutti gli abitanti del Pianeta, ma vuole in special modo coinvolgere i giovani. Cosa vi aspettate dalle nuove generazioni? In che modo possono venire coinvolti dal WWF?
“Per il WWF è importante coinvolgere i giovani perché sono le generazioni a cui lasciamo un futuro e un pianeta dalla salute incerta. Dalla minaccia di questo futuro può scaturire o disperazione o l’azione congiunta di molte persone e nuove opportunità, anche di benessere vero. Ciò che vogliamo fare come WWF è dare un supporto per agire insieme. In Oregon un gruppo di giovani ha denunciato il governo degli Stati Uniti perché non fa abbastanza contro il cambiamento climatico che minaccia il loro futuro: tutti i giovani dovrebbero agire per cercare di migliorare le proprie condizioni e avere maggiori garanzie per il proprio avvenire. Come ha detto anche Papa Francesco, qui c’è in gioco la specie umana e la “casa comune” (ovvero la Terra) con tutti gli altri suoi abitanti, e dobbiamo mettere le generazioni future in condizione di poter vivere su un pianeta che garantisca una vita sana e piena“.
Quali altri azioni sul “Climate change” ha in serbo WWF per il 2016?
“Ora è urgente dar seguito all’accordo di Parigi e fare in modo che i risultati raggiunti alla COP21 non rimangano solo sulla carta. A Parigi è stato deciso di contenere l’aumento della temperatura globale entro 1,5 gradi centrigradi rispetto all’era preindustriale, un obiettivo estremamente ambizioso che richiede di mettersi subito al lavoro per realizzarlo. In febbraio è stato registrato un aumento strabiliante della temperatura rispetto alla media, un dato che non lascia tempo ad esitazioni e che fa capire che siamo già in ritardo“.
In che modo risultati della recente COP21 come possono aiutare ad arrestare il trend sul cambiamento climatico?
“La COP21 è stata importante perché ha unito le nazioni del mondo sul tema del cambiamento climatico e ha cambiato il modo di intendere le relazioni internazionali, facendo sì che i diversi paesi procedessero dandosi propri target per il raggiungimento di un obiettivo comune (ovvero il contenimento del surriscaldamento terrestre e la riduzione delle emissioni di CO2). Per riuscire ad arrestare, o quanto meno contenere il cambiamento climatico entro i margini previsti dalla COP21 è necessario procedere alla decarbonizzazione entro i prossimi 20 anni. In Italia il carbone è responsabile per il 40% delle emissioni di CO2, e può essere facilmente sostituito da altre tecnologie pulite. In Cina c’è stata una diminuzione del 5% sul consumo del carbone nel 2015 rispetto all’anno precedente: questo dato incoraggiante ci spinge ad accelerare i processi di transizione energetica, la quale avverrà sicuramente, ma affinché la situazione climatica ed ambientale non precipiti è necessario che avvenga in tempi molto rapidi“.