Energie Rinnovabili in Italia: quali sono le più utilizzate?
Le energie rinnovabili in Italia sono sempre più al centro di dibattiti e discussioni: se ne parla perché…
14/11/202414/11/2024Le energie rinnovabili in Italia sono sempre più al centro di dibattiti e discussioni: se ne parla perché rappresentano una soluzione capace non solo di impattare positivamente sull’ambiente, ma anche di creare un futuro energetico più autonomo e sostenibile.
Anche in Italia, fortunatamente, ci stiamo muovendo nella giusta direzione. Infatti, abbiamo la fortuna di poter contare su numerose risorse naturali: sole, acqua e vento non solo rendono il Bel Paese un’ambita meta turistica, ma possono anche essere sfruttati per la produzione di energia rinnovabile.
In questo articolo, parliamo proprio delle energie rinnovabili in Italia: vedremo quali sono quelle più diffuse nella penisola, quanta energia producono e chi le produce, per darti una panoramica completa sull’argomento.
Indice
Quali sono le energie rinnovabili in Italia?
Come dichiarato all’interno del PNIEC (Piano Integrato per l’Energia e per il Clima), aggiornato e trasmesso alla Commissione UE dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica a luglio 2024, le fonti rinnovabili di energia hanno già da tempo un ruolo importante all’interno del sistema energetico italiano.
Oggi vengono utilizzate in numerosi settori e la percentuale di diffusione delle energie rinnovabili in Italia sembra essere destinato a crescere. Secondo quanto dichiarato all’interno del documento, infatti, nel 2023 “il fabbisogno di energia elettrica in Italia è stato pari a 305,0 TWh, un valore in flessione del 3,2% rispetto al 2022. La richiesta di energia è stata coperta per 253,7 TWh da produzione interna, di cui il 44% dalle fonti rinnovabili”. Un valore già rilevante di per sé, ma ancora più positivo se pensiamo che nel 2022 la percentuale di rinnovabili in Italia era pari al 36%.
Secondo quanto riportato da Terna, nei primi sei mesi del 2024 l’energia rinnovabile prodotta da fonti rinnovabile ha – per la prima volta – superato quella prodotta da fonti fossili, attestandosi al 52,5% della produzione energetica nazionale.
La conformazione geografica dell’Italia, non a caso, si presta particolarmente alla produzione di diversi tipi di energie rinnovabili: alle zone particolarmente soleggiate e ventose si alternano le zone più montuose e più ricche di corsi d’acqua. Questa varietà, insomma, fa sì che in diverse zone dell’Italia si utilizzino diverse fonti per la produzione di energia rinnovabile.
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Tra le principali energie rinnovabili troviamo sicuramente quella fotovoltaica e quella idroelettrica, ma non mancano l’energia eolica e quella geotermica. Vediamole nel dettaglio.
Energia idroelettrica
La prima fonte di energia rinnovabile è l’acqua. L’idroelettrico infatti è in testa alla produzione rinnovabile in Italia, con una percentuale pari al 46,8% del totale della produzione rinnovabile.
L’energia idroelettrica, dopo tutto, è la forma di produzione di energia rinnovabile più longeva in Italia: veniva utilizzata già dalle più antiche civiltà e ancora oggi abbiamo centrali idroelettriche che continuano a operare dopo decenni.
Si è mantenuta come prima energia rinnovabile fino ai giorni nostri, con incrementi costanti. Nei primi sei mesi di quest’anno, la produzione idroelettrica ha registrato un aumento del 64,8% rispetto allo stesso periodo del 2023. Questa fonte rinnovabile è più diffusa al Nord Italia, dove la disponibilità di idraulicità è nettamente superiore rispetto al Sud.
Energia eolica
L’energia eolica, ovvero l’energia prodotta grazie alla forza del vento, è un’altra delle fonti rinnovabili presenti in Italia e registra una crescita piuttosto costante. Dopo quella idroelettrica, infatti, la fonte eolica è quella che è cresciuta maggiormente negli ultimi mesi (+29,2%).
Sul totale della produzione rinnovabile in Italia, però, impatta sicuramente meno di idroelettrico e fotovoltaico: la percentuale di eolico in Italia – considerando sempre il primo semestre del 2024, secondo i dati Terna – è pari al 10%.
Diversamente dall’idroelettrico, l’eolico è più diffuso al Sud: Puglia, Sicilia e Campania sono le regioni che producono più energia eolica in Italia.
Energia geotermica
Quando parliamo di energia geotermica non possiamo non ricordare che il primo sfruttamento industriale del calore proveniente dalla Terra si colloca proprio in Italia, nel 1827, a Larderello, in provincia di Pisa.
Oggi il geotermico rimane una parte minoritaria della produzione di energia alternativa, ma che assume comunque una sua importanza. L’Italia, infatti, è uno dei principali produttori di energia geotermica in Europa, una garanzia ulteriore verso l’indipendenza energetica a livello nazionale.
In percentuale, il geotermico copre il 3,1% della produzione rinnovabile in Italia. Tuttavia, nel primo semestre del 2024 ha registrato un leggero calo (-2,8%), probabilmente causato dalla crescita di altre fonti rinnovabili.
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Energia da biomasse o bioenergia
Anche se meno sotto i riflettori rispetto alle altre, anche l’energia da biomasse ricopre un ruolo nell’insieme di energie rinnovabili in Italia. Riprendendo ancora una volta i dati Terna, le biomasse producono il 9,3% dell’energia rinnovabile totale.
Rappresentano un’ottima opzione specialmente per le aree agricole, dal momento che sfruttano residui agricoli e rifiuti organici.
Energia fotovoltaica
L’energia fotovoltaica è quella che ha visto la crescita maggiore negli ultimi anni. La fonte in questo caso è il sole, che grazie al suo irraggiamento genera energia elettrica.
Insieme all’idroelettrico, il fotovoltaico è il protagonista indiscusso del panorama rinnovabile in Italia. Non solo per la sua progressiva crescita negli anni (+18,2%) e per il peso che ha sulla produzione complessiva (coprendo il 30,8% della produzione rinnovabile totale), ma anche per la sua accessibilità.
Contribuire alle rinnovabili in Italia
L’energia fotovoltaica, infatti, può essere prodotta anche da comuni cittadini, che scelgono autonomamente di installare un impianto fotovoltaico sul proprio tetto. Non solo: anche chi abita in affitto, in condominio o in città o zone soggette a vincoli di tipo storico-paesaggistico può produrre energia fotovoltaica.
Infatti, oggi esistono soluzioni come il fotovoltaico a distanza, che permette a chiunque di produrre la propria energia pulita, senza dover installare pannelli sul proprio tetto o sul proprio balcone. Con il fotovoltaico a distanza si acquista una porzione di impianti fotovoltaici condivisi, che poi permettono al singolo di produrre energia, abbassare i costi in bolletta e ricevere benefici economici dati dalla produzione rinnovabile.
Un modo ulteriore, insomma, di contribuire alla crescita delle energie rinnovabili in Italia. Se vuoi conoscere maggiori informazioni sul fotovoltaico a distanza, clicca qui per scaricare una guida gratuita oppure contattaci: saremo lieti di rispondere alle tue domande!