I modelli di energia condivisa di ForGreen si sviluppano anche in Africa
L’accesso all’energia è un diritto fondamentale per condurre una vita dignitosa. Ci sono modelli tradizionali gestiti dai grandi operatori o modelli che partono “dal basso”, coinvolgendo le persone in progetti condivisi. A farsi portavoce di questa concezione è l’associazione WAME (World’s Access to Modern Energy), nata in seno a Expo Milano 2015, per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dell’esclusione dall’accesso di energia nelle parti più povere del pianeta.
07/05/201507/05/2015L’accesso all’energia è un diritto fondamentale per condurre una vita dignitosa. Ci sono modelli tradizionali gestiti dai grandi operatori o modelli che partono “dal basso”, coinvolgendo le persone in progetti condivisi. A farsi portavoce di questa concezione è l’associazione WAME (World’s Access to Modern Energy), nata in seno a Expo Milano 2015, per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dell’esclusione dall’accesso di energia nelle parti più povere del pianeta.
ForGreen, già promotore di due cooperative energetiche in Italia, WeForGreen ed Energyland, ha deciso di aderire all’associazione WAME e di portare la sua esperienza nel campo dell’energia condivisa anche in Africa. ForGreen sarà infatti presente a Expo 2015, dove nel Padiglione della Società Civile di Cascina Triulza presenterà i modelli delle cooperative italiane e nuovi modelli di energia condivisa per l’Africa.
Verrà presentato il primo progetto pilota realizzato nella Repubblica Democratica del Congo, “Green Energy for Africa”, che ha permesso di portare e condividere energia elettrica con gli studenti della scuola di informatica “Renzo Veronesi”, nella zona rurale di Kinshasa. Grazie all’installazione di un impianto fotovoltaico con sistema di accumulo, la scuola oggi riceve energia per il funzionamento dei computer, stampanti e per un cyber café che serve da punto di incontro per studenti e abitanti della comunità locale. Leggi il report del progetto.
Da questa esperienza, ForGreen sta elaborando una serie di modelli sostenibili replicabili in altri paesi in via di sviluppo, gli smart farm villages, per permettere alle comunità prive di elettricità di essere energeticamente autonome grazie all’installazione di kit fotovoltaici.
viaggiando spesso in paesi africani sicuramente il problema energia è evidente. Portando energia nelle zone rurali si evita il loro spopolamento si risolvono anche altri problemi quali esempio cibo ed acqua, visto che parliamo anche di expo. Speriamo non diventi solo una pura speculazione per spogliare di risorse questi cari paesi africani.
Allo stato attuale, questi progetti rappresentano un modello per condividere l’energia dove non c’è né, facendo un lavoro molto più vicino alla raccolta fondi in senso più tradizionale. Fortunatamente la risorsa del sole non è solo dell’Africa e non si può “spogliarla” di un bene, ma sfruttarne uno infinito.
Grazie Giuseppe della testimonianza diretta di un problema, quello dell’accesso all’energia, che può capire solo chi la vede da vicino.