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Kiwi più resistenti con i raggi UV

La sostenibilità passa anche dall’innovazione: un team di ricercatori ENEA e CREA ha dimostrato l’efficacia dei raggi ultravioletti…

16/05/2024

La sostenibilità passa anche dall’innovazione: un team di ricercatori ENEA e CREA ha dimostrato l’efficacia dei raggi ultravioletti per il trattamento dei kiwi contro gli agenti patogeni.

16/05/2024Quando si parla di sostenibilità, soluzioni green e rispetto dell’ambiente, raramente si pensa a soluzioni tecnologiche. Istintivamente, il nostro pensiero va sulla natura, sulla ricerca di modi più “genuini” e meno “artificiali” per risolvere bisogni e necessità.

Eppure, possiamo essere sostenibili anche grazie alla ricerca e all’innovazione. L’hanno dimostrato un gruppo di ricercatori ENEA (Agenzia Nazionale per le Nuove Tecnologie, l’Energia e lo Sviluppo Economico Sostenibile) e CREA (Consiglio per la Ricerca in agricoltura e l’analisi dell’Economia Agraria) che hanno sviluppato un metodo di trattamento della pianta del kiwi che utilizza i raggi ultravioletti

Se irradiate, infatti, queste piante riescono a migliorare la loro resistenza naturale agli agenti patogeni che minano la salute dei frutti. La ricerca evidenzia come oltre il 60% del campione analizzato e sottoposto al trattamento mostri una sensibilità ridotta alla malattia principale del kiwi, ovvero il “cancro batterico”.

Questo fenomeno prende il nome di “ormesi” e potrebbe rappresentare una valida alternativa all’uso dei fitofarmaci in agricoltura. Quello che accade è che i raggi UV inducono nella pianta la produzione di molecole come fenoli e carotenoidi, che ne rafforzano le difese e la rendono quindi più resistente. 

Tecnologie per la sostenibilità

Sostituire l’uso dei fitofarmaci con questo trattamento significherebbe ridurre l’inquinamento causato dall’utilizzo di questi prodotti, finora necessari per assicurare una sufficiente produttività e il mantenimento delle coltivazioni.

Per eseguire l’irraggiamento ai fini dello studio, i ricercatori ENEA hanno sviluppato un dispositivo portatile grande più o meno come un comune smartphone e con una struttura interna più evoluta rispetto alle tradizionali lampade a mercurio impiegate finora per questo tipo di trattamento. 

Questa ricerca potrebbe essere determinante per la produzione di kiwi in tutto il mondo, con un riflesso importante anche per il nostro Paese. Infatti, l’Italia è il secondo produttore di kiwi al mondo, superata solo dalla Cina: sono 25 mila gli ettari di terreno coltivati per la produzione di questo frutto, colpiti specie negli ultimi anni da una notevole moria a causa di cambiamento climatico e cancro batterico.

Poter contare su un trattamento a raggi UV potrebbe quindi cambiare le sorti della nostra economia e anche dell’ambiente. Non resta che sperare in futuri sviluppi positivi, per un’agricoltura sempre più sostenibile anche grazie all’innovazione.

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