La COP 23 di Bonn che spinge per mantenere gli accordi di Parigi
Dal 6 al 17 novembre si terrà la 23° Conferenza delle parti della Convenzione quadro delle Nazioni Unite…
09/11/201709/11/2017
Si è aperta lunedì la COP 23, la Conferenza sul clima in cui i negoziatori di 195 paesi più l’Unione Europea, sono chiamati a fare passi avanti nella riduzione delle emissioni di gas serra. Dopo l’Accordo di Parigi, approvato due anni fa ed entrato in vigore il 4 novembre 2016, i leader globali sono chiamati a chiudere il divario tra gli obiettivi fissati dall’accordo e i contributi nazionali volontari.
La sede fisica è quella della Convenzione quadro sui cambiamenti climatici dell’Onu, la United Nations Framework Convention on Climate Change (UNFCCC), ma l’anima del vertice è nel cuore dell’oceano Pacifico: la presidenza quest’anno è infatti affidata alle Isole Fiji che, come le altre piccole isole, da ogni appuntamento climatico sperano di portare a casa una soglia più alta di attenzione della comunità internazionale nei confronti delle loro terre seriamente minacciate dagli effetti del cambiamento climatico.
Scienziati, esperti, politici e diplomatici saranno concentrati essenzialmente su due nodi: la preparazione di un testo negoziale con le linee guida per rendere operativo l’accordo di Parigi a partire dal 2020 (da approvare entro l’anno prossimo alla COP 24 prevista in Polonia); e la costruzione di una ‘road map’ che aiuti a valutare i progressi compiuti e ad implementare un processo di revisione degli impegni assunti al 2030.
Dopo l’uscita degli Usa per volontà del presidente Donald Trump, i precari equilibri fra Stati sembrava fossero diventati più fragili, ma l’accordo ha retto e anzi sembra aver guadagnato slancio grazie al sostegno di Cina e India, che però mettono le mani avanti affermando che «i paesi possono volontariamente decidere di aumentare i loro contributi in qualsiasi momento, ma non possono essere costretti a farlo».
Attendiamo la fine della Conferenza per tirarne le somme!