La rinascita solare di Chernobyl
Si può rinascere dopo un disastro nucleare come quello del 1986? Trent’anni dopo il peggiore disastro nucleare della…
26/01/201726/01/2017
Trent’anni dopo il peggiore disastro nucleare della storia umana nella città di Chernobyl, il governo ucraino è intenzionato a voler trasformare l’area in una delle più grandi centrali solari al mondo.
Il progetto è stato affidato a due società cinesi che stanno pianificando di costruire un impianto a energia a solare che una volta a regime svilupperà una capacità di 1.500 gigawatt di energia pulita all’anno. L’impianto sorgerà su 25.000 ettari di terreno, nella cosiddetta “zona di alienazione” che circonda il reattore nucleare e nella quale non è consentito l’accesso dall’esplosione del 1986.
Sebbene i livelli di radiazione nell’area intorno alla centrale di Chernobyl siano scesi in maniera significativa negli ultimi tre decenni, la regione è ancora tutt’altro che abitabile. Infatti fino ad ora la “zona di esclusione” – che comprende la città di Pripyat – era vietata agli esseri umani, anche se alcune persone sono rimaste a coltivare terreni contaminati, a bere acqua radioattiva ed ad allevare e cacciare animali che, come loro, si cibano di quel che cresce e vive a Chernobyl.
Nonostante ciò, secondo il governo ucraino è finalmente giunto il momento di riutilizzare in qualche modo quel territorio molto esteso e che gode di un buon irraggiamento. Attività agricole e industriali sono fuori discussione a causa della radioattività ancora persistente¸ mentre i pannelli solari, che non richiedono una presenza fissa di personale, sono una delle poche opzioni praticabili.
La catastrofe non può essere cancellata, ma la rinascita fotovoltaica di Chernobyl può essere vista come vittoria dell’energia rinnovabile sul nucleare che ha causato uno dei più grandi disastri del pianeta, spargendo radioattività in tutta Europa.