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OrtoAmbiente, il progetto a difesa delle colture

Entra nel vivo il progetto per la difesa ecologica delle colture orticole estensive. Nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale…

03/12/2020
Entra nel vivo il progetto per la difesa ecologica delle colture orticole estensive.

03/12/2020
Nell’ambito del Programma di Sviluppo Rurale 2014–2020, muove i primi passi il nuovo Progetto OrtoAmbiente pensato per sviluppare una strategia di difesa agroecologica avanzata delle colture orticole.

E’ stato attivato nella sua prima fase nei mesi scorsi ed ha al centro della ricerca, in programma fino al prossimo agosto 2022, l’uso di fasce erbose con piante nettarifere, per attrarre insetti utili e la lotta a quelli dannosi, negli ‘ecosistemi aziendali’.

Il progetto parte da una serie di semplici premesse:

  • la numerosità e complessità delle colture orticole da ‘mercato fresco’
  • la rapidità dei loro cicli di produzione,
  • l’impiego di manodopera specializzata,
  • gli attacchi sempre più dannosi – anche a causa del cambiamento climatico – dei fitofagi e il conseguente incremento dei costi di produzione.

Storicamente l’uso di piante trappola mostra un elevato potenziale nella lotta contro i gli insetti dannosi. Le strisce di piante nettarifere costituiscono infatti una tecnica agro ecologica, per fornire nutrimento agli insetti utili e potenziare servizi eco sistemici come la lotta biologica.

Le coltivazioni oggetto della sperimentazione si trovano fra Bologna e Ferrara ed il primo obiettivo è quello di dimostrare la validità di queste tecniche anche in ambito orticolo, in particolare su colture estensive aziendali. In particolare, è prevedibile:

  • la riduzione dei prodotti fitosanitari impiegati (dal 20% al 30% fra aziende biologiche e convenzionali);
  • un risparmio idrico compreso fra il 10% e il 30% fra aziende convenzionali e biologiche e
  • un consistente miglioramento della qualità delle acque e del suolo, grazie all’introduzione di fasce erbose.
  • un tangibile incremento della resilienza delle aziende agricole coinvolte al cambiamento climatico, così come per le potenziali ulteriori utilizzatrici delle metodiche, in futuro.

Foto di Couleur da Pixabay

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