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Prosumer: significato e ruolo nel mercato energetico

Se ne parla sempre di più, ma non sempre in maniera chiara: cos’è un prosumer? Nel mercato energetico…

03/10/2024

03/10/2024Se ne parla sempre di più, ma non sempre in maniera chiara: cos’è un prosumer? Nel mercato energetico di oggi questa figura si va affermando con sempre più forza, contrapponendosi al classico consumatore.

Facciamo chiarezza e cerchiamo di capire insieme di cosa si tratta, chi può diventarlo, come diventarlo e quali vantaggi si ottengono.

Che cos’è un prosumer?

Il prosumer è un consumatore che, contemporaneamente, è anche produttore di un determinato bene. Nel caso dell’energia, il prosumer è colui che produce energia e la consuma, esaurendo così in se stesso la filiera. 

Il termine nasce dalla fusione di due termini inglesi: producer (= produttore) e consumer (= consumatore), che hanno dato origine a prosumer (traducibile come “autoproduttore”). È stato coniato dal sociologo statunitense Alvin Toffler, che lo utilizzò per la prima volta nel 1980 all’interno del saggio “The Third Wave”, suggerendo una fusione tra la figura del produttore e quella del consumatore. 

Il termine si è poi diffuso anche nel lessico comune in questi ultimi anni, soprattutto in ambito energetico. Questo è stato causato dalla nascita e sviluppo di diverse realtà che hanno permesso anche ai consumatori di produrre la propria energia e autoconsumarla.

Tipologie di prosumer

A livello generale, possiamo anche identificare delle tipologie di prosumers, diverse in base al loro ruolo effettivo nella produzione e consumo di un prodotto o servizio. 

Ne ricordiamo 4 tipologie principali:

  • Maker: il prosumer che si impegna attivamente nella realizzazione (produzione effettiva) di un prodotto o servizio;
  • Fixer: il prosumer che si occupa di studiare e proporre aggiustamenti o migliorie a un prodotto o servizio;
  • Sharer: il prosumer che punta a far conoscere un prodotto o servizio condividendolo con altre persone, per esempio attraverso social o passaparola;
  • Tester: il prosumer che prova un prodotto o servizio al fine di verificarne la qualità e segnalare eventuali difetti.

Consideriamo adesso il prosumer di tipo “maker”, concentrandoci sull’ambito energetico.

Chi può essere un prosumer energetico?

Il prosumer in ambito energetico è una figura che, per sua stessa natura, coinvolge anche i comuni cittadini, ovvero coloro che normalmente sarebbero dei semplici consumatori. Ma, naturalmente, questi non sono i soli potenziali prosumer.

Possono essere prosumers energetici:

  • singole persone o famiglie, che decidono di dotarsi di un impianto domestico per la produzione e l’autoconsumo della propria energia;
  • aziende, associazioni, enti di vario tipo, che decidono di installare un impianto aziendale per soddisfare le necessità energetiche dell’impresa;
  • gruppi di autoconsumo collettivo, ovvero un gruppo di persone o soggetti che decidono di aggregarsi per condividere uno stesso impianto e condividere l’energia prodotta;
  • comunità energetiche rinnovabili (CER), che stanno prendendo sempre più piede, specie dopo il riconoscimento normativo arrivato con il cosiddetto Decreto CER, n. 414/2023.

Prosumer e autoconsumo

Un esempio di prosumer, quindi, è la famiglia che decide di dotarsi di un piccolo impianto fotovoltaico installato sul tetto di casa. Questo impianto, infatti, può permettere a una famiglia di produrre energia che poi viene autoconsumata, cioè utilizzata per le necessità energetiche quotidiane della casa.

A seconda delle dimensioni dell’impianto, delle sue caratteristiche e anche dei consumi energetici del nucleo familiare, può accadere che ci sia dell’energia in eccesso che è possibile immettere nella rete nazionale. Tuttavia, è importante sottolineare come questa eventualità non sia scontata, soprattutto con impianti domestici che spesso non sono sufficienti neanche a coprire il fabbisogno energetico della singola famiglia. 

Vuoi approfondire l’autoconsumo? Leggi questi articoli:
💡 Autoconsumo collettivo e Comunità Energetiche: differenze
💡 Autoconsumo Fotovoltaico: ecco tutto ciò che devi sapere

Prosumer e CER

Altro esempio di prosumer sempre più diffuso è quello legato alle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER). Chi partecipa a una CER, infatti, diventa prosumer, anche se in maniera differente da chi lo fa in autonomia.

Le CER hanno delle dinamiche specifiche e possono essere costituite solo seguendo dei criteri definiti dalla normativa. La Comunità Energetica, ovviamente, presuppone l’accordo di un gruppo di persone che insieme decidono di realizzarla per produrre e consumare energia.

Scopri più informazioni sulle Comunità Energetiche! Leggi questi articoli:
💡 Comunità Energetiche Rinnovabili: cosa sono e come funzionano

Quali sono i vantaggi per i prosumer?

Diventare prosumer di energia ha dei vantaggi notevoli, che toccano diversi aspetti della vita quotidiana e anche del benessere del pianeta.

Tra i principali vantaggi abbiamo:

  • consapevolezza e autonomia. Il prosumer diventa consapevole e si rende più autonomo rispetto al semplice consumatore. Può quindi difendersi meglio da eventuali rincari del mercato, il quale segue dinamiche talvolta imprevedibili e impossibili da controllare;
  • vantaggi economici. Essere prosumer energetico significa risparmiare in bolletta grazie alla propria produzione di energia;
  • rispetto dell’ambiente. Il prosumer energetico produce e consuma energia rinnovabile, contribuendo alla transizione energetica e alla riduzione delle emissioni di CO2 in atmosfera.

Come diventare prosumer?

Come abbiamo anticipato prima, diventare prosumer energetico presuppone la capacità di produrre energia. Ciò quindi è possibile tramite un proprio impianto fotovoltaico (ciò di cui abbiamo parlato a proposito di “prosumer e autoconsumo”) oppure entrando a far parte di una CER.

Tuttavia, installare un impianto fotovoltaico non è semplice, implica un investimento che va all’incirca dagli 8 ai 12 mila € e non è sempre possibile. Chi vive in affitto o in condominio, per esempio, non può avere un proprio impianto fotovoltaico sul tetto di casa.

Allo stesso modo, entrare in una Comunità Energetica Rinnovabile non è banale: infatti, non basta mettere d’accordo un gruppo di persone per formare una CER. È necessario costituirla come soggetto giuridico e rispettare dei rigidi requisiti.

L’alternativa semplice: il fotovoltaico a distanza

Proprio per rispondere all’esigenza di chi vuole diventare prosumer in maniera semplice e senza fatica, è nato il fotovoltaico a distanza.

Il fotovoltaico a distanza è una formula che permette di acquistare una o più porzioni di impianti fotovoltaici condivisi, situati in aree dedicate alla produzione efficiente di energia pulita. Attraverso queste porzioni, chiunque può produrre energia pulita e consumarla a casa propria, abbassando i costi in bolletta e diventando, a tutti gli effetti, un prosumer energetico.

Se ti interessa scoprirne di più, scarica la nostra guida al fotovoltaico a distanza: la soluzione per risparmiare in bolletta e fare del bene all’ambiente.

Prosumer: significato e ruolo nel mercato energetico

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